Verona,28 settembre 2001

Assemblea Nazionale della Fiom-Cgil

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Brani del discorso di Claudio Sabattini

C’è da chiedersi se in questo momento, che tutti noi pensiamo difficile, se davvero noi possiamo fare ciò che abbiamo detto, per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissi. Occorre sapere, cioè, se la Fiom è disposta sul serio a mettere in gioco la sua forza e la sua determinazione.

Per noi è diventato decisivo un concetto racchiuso in una parola: democrazia. La nostra parola d’ordine è far vivere la democrazia e questo vuol dire che le donne e gli uomini devono avere la possibilità di poter decidere dei propri destini.

La democrazia deve essere sostanziale, deve permettere a tutte e a tutti di contribuire a costruire il presente e il futuro.


A livello internazionale, dopo la II guerra mondiale l’Onu ha perso sempre più potere e capacità di decisione e assieme al Fondo monetario internazionale non riesce più a svolgere alcuna attività per risolvere i problemi della stragrande maggioranza del mondo. Ma allora, a cosa servono queste istituzioni?

Il debito dei paesi poveri viene diretto da oligarchie, che rappresentano quel potere che impedisce lo sviluppo di quegli stessi paesi. Non esistono più paesi in via di sviluppo ma paesi ricchi o poveri, e nei paesi ricchi esistono zone di grande povertà.

È un mondo difficile, che non ha il senso di se stesso dopo queste trasformazioni. Una sola piccola parte utilizza la maggioranza delle risorse del pianeta, per poter vivere separatamente dall’altra grande parte, i poveri, i quali, alla fine, hanno il problema del sostentamento, del mangiare. È la nostra società, quindi, che risulta essere carente in civiltà, proprio perché ha respinto gli obiettivi più importanti.


All’origine della nostra battaglia c’è la democrazia, quella di poter decidere.

La Fiom è stata accusata di non aver voluto firmare l’accordo con Fim e Uilm e Federmeccanica unicamente per ragioni ideologiche. Ma allora, chi deve decidere a riguardo? Solo i segretari di Fim e Uilm? Oppure i lavoratori? Che decide sul contratto?

C’è chi ha risposto che sono le organizzazioni sindacali a dover decidere. Ma allora ai padroni rimane solo la possibilità di accettare una proposta più bassa e, come hanno confessato, quella più conveniente.

Per tutto questo abbiamo deciso insieme di realizzare una raccolta firme certificata, che avesse soprattutto un valore giuridico-formale. E abbiamo conseguito un risultato eccezionale con centinaia di migliaia di firme raccolte.

Noi dobbiamo riconquistare il tavolo delle trattative.

La trattativa deve essere intesa nel senso logico della forza della maggioranza dei lavoratori. Per questo sarà sciopero generale venerdì 9 novembre, con una grande manifestazione nazionale a Roma. E non saremo soli in questa battaglia.


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